Dobbiamo salutare un’altra storica presenza del centro storico torinese. La Coin di via Lagrange si appresta a chiudere i battenti.
Stavolta è toccato alla Coin di via Lagrange e i torinesi se ne rammaricano. In fondo erano 30 anni che il noto marchio occupava il civico 47 e tutti si erano un po’ affezionati a quella presenza costante. Invece, la Coin chiude tra un mese e lascia in ballo 18 dipendenti, di cui due vicini al pensionamento, ma gli altri da ricollocare, probabilmente in altri negozi del brand.
Così questo Natale i tre piani non saranno addobbati a festa, niente più trucchi, profumi, vestiti o pacchetti, gli spazi verranno svuotati tra poco e ancora non si conosce il futuro dello storico palazzo.
Il caro affitti
il problema sono gli affitti sempre più alti che costringono molte storiche attività a chiudere. La controversia è annosa. La zona è bella, commerciale e i costi salgono alle stelle. A seconda della metratura possono raggiungere anche ventimila euro al mese. Solo che in tempi di crisi è difficile coprire simili spese, i commercianti faticano e si sente il bisogno di un ricollocamento dei canoni mensili.
La Coin non è la prima e non sarà l’ultima
Prima di Coin, c’è stato Marvin, il punto di riferimento per tutti i torinesi amanti della fotografia. Da sempre in piazza Lagrange, ha da poco riaperto in via Carlo Alberto angolo via Mazzini. Quella che era la sede del famoso negozio di fotografia, adesso diventerà uno spazio per casalinghi. Conoscete il marchio Kasanova?
La Coin, qualche cenno storico
Tutto ebbe inizio in un paesino del Veneziano chiamato Pianiga, dove Vittorio Coin faceva il venditore di generi vari all’inizio del secolo scorso. Nel 1916, ottenne la licenza di ambulante anche per la vendita di mercerie e tessuti. Furono però i tredici figli ad aprire il primo negozio di biancheria e filati nel 1927 a Mirano. Negli anni Sessanta ci fu la vera svolta del marchio, venne costituita la società per azioni, e fu collaudato il modello di grande magazzino con vendita a reparti. Così Coin ha ampliato i settori merceologici, introducendo, casalinghi, giocattoli, profumi, trucchi e accessori ed è diventata un punto di riferimento italiano per quanto riguarda il mondo dell’abbigliamento, della bellezza e delle decorazioni da interni.
Sentiremo tutti un po’ la sua mancanza, soprattutto sotto le feste.