Finalmente è arrivata la tanto annunciata riforma delle circoscrizioni a Torino, ma non convince.È stata un parto di quelli lunghi e sofferti e ancora, nonostante tutto, non ottiene il consenso dei torinesi che si dicono scontenti.

Di cosa stiamo parlando?

È da un bel pezzo che il Comune della città metropolitana di Torino sente l’esigenza di rivoluzionare le circoscrizioni in cui è diviso il territorio. Tuttavia il testo della riforma del decentramento (così è stata battezzata la riforma) non è poi così rivoluzionario. Dopo un anno e mezzo di lavoro, l’altro giorno è arrivato al Consiglio comunale, ma non è stato discusso perché non c’era tempo.

Due tempi per la riforma: 2016 e 2021

La riforma prevede un primo accorpamento nel 2016, quando le circoscrizioni da 10 passeranno a 8 e poi, un altro nel 2021, quando da 8 si ridurranno a 5.

Le prime due a sparire saranno Santa Rita che sarà unita a Mirafiori Sud e San Salvario che verrà unito, invece, a Lingotto.

Nel 2021, poi, è previsto un maxi raggruppamento in cui la circoscrizione 1 e la 3 verranno accorpate, così anche la 4 e la 5 e per finire la 6 e la 7.

Una buona idea o una perdita di tempo?

Il PD ha fortemente voluto questa riforma, ma ha trovato molti muri e molti volti contrari e per riuscire a portarla a termine ha dovuto mediare non poco.

L’idea è quella di risparmiare sul numero di consiglieri necessari, 50 in meno fin da subito, quando spariranno le prime due circoscrizioni e poi nel 2021 altri 100 in meno. È vero, la riforma costa e poi bisogna cambiare residenza e schede elettorali ai residenti dei quartieri che spariscono, ma secondo il Sindaco Fassino il gioco vale la candela.

E tu cosa ne pensi? Secondo te questa riforma è una buona cosa per la città o no? Dì la tua e lascia un commento su www.torinoaffari.it.