Gli agnolotti del plin sono tra i formati di pasta ripiena più semplici, ma tra i più laboriosi a causa delle dimensioni ridotte. Sono, per tradizione, il piatto natalizio piemontese.
Le origini di questo primo piatto prelibato sono incerte. Diffuso a partire da Langhe e Monferrato, è ormai tipico di tutto il Piemonte ma non c’è dubbio che sia nato come ricetta di riciclo degli avanzi, carni cotte e verdure nelle famiglie più abbienti, ed erbe di campo e riso in quelle più modeste. Per questo motivo, pur essendo inseriti nell’elenco dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali e tutelati da un disciplinare, non esiste una “ricetta originale” degli agnolotti del plin. Le numerose varianti rispondono a questa esigenza “anti spreco”.
Nella zona delle Langhe e del Monferrato sono celebri i ravioli del plin, il cui nome è dovuto al metodo di chiusura, “plin” appunto, ovvero “pizzicotto” in dialetto piemontese, poiché la sfoglia ripiena viene sigillata stringendone i lembi con le dita. Il risultato è una piccola tasca di forma rettangolare.
Ne abbiamo parlato con il “Pastificio del Monferrato“, un pastificio presente a Torino in Corso De Gasperi n. 43. Il Pastificio utilizza solo farina biologica macinata a pietra del mulino Marino e nei loro ripieni non utilizzano conservanti e neppure insaccati. I migliori agnolotti, buoni come quelli delle nostre nonne.